Si dice Qui ed Ora, ed è uno stato mentale importantissimo per lo sportivo, ma non solo.

Il saper collocare il flusso dei pensieri nello spazio e nel tempo sembra un'attività facile, quasi scontata. Ma se chiudiamo gli occhi prima di addormentarci la sera, ci accorgeremo che la lancetta dei nostri pensieri fluttua tra futuro e passato, recente o remoto, non fermandosi quasi mai nel presente. Perché il presente dura il tocco di un secondo, il presente sfugge nel futuro e diventa subito passato.
Ed è questa la lotta da vincere sulla pedana di scherma ed in ogni momento della nostra vita: fermare il presente per viverlo pienamente bene, al meglio delle nostre possibilità.
Spesso i nostri pensieri vagheranno tra rimpianti del passato e speranze del futuro, la nostra analisi incosciente ci condurrà a progettare e pianificare sulla base degli uni o delle altre, facendoci perdere l'attimo davvero importante: l'attimo in cui bisogna saper essere presenti a se stessi, per segnare la stoccata vincente.
Probabilmente potremmo chiamarla banalmente concentrazione: la capacità di rimanere ancorati saldamente al qui, lo spazio sia fisico che mentale in cui ci troviamo istante per istante ed all'ora, il tempo metafisico che fa sì che quello spazio cambi di continuo in modo dinamico; per poterlo fare, o almeno per poterci avvicinare a quello stato di flow che fa del qui ed ora un susseguirsi naturale di istantanee del tempo, dobbiamo riuscire a liberarci dei fattori di disturbo, svuotare la mente da tutto ciò che ci conduce altrove ed in un altro tempo. Certo non è facile, perché la mente non si comanda appieno e non è mai possibile farla entrare del tutto in stand-by al nostro volere, ma con l'esercizio si può fare; si tratta di saper educare se stessi al pieno controllo, non tanto delle emozioni, quanto dei loro effetti.
La consapevolezza delle nostre azioni e delle loro conseguenze è il principio fondamentale di una vera educazione all'autocontrollo, che non agisce a monte delle nostre scelte, ma le indirizza nel loro dinamico prodursi, ovvero appunto nel qui ed ora.
L'ansia che ci coglie prima di un appuntamento importante, come quello con una gara o con un compito in classe è la proiezione sbagliata di noi stessi nel tempo del futuro, mentre la delusione dopo una sconfitta o un brutto voto è la retrospezione nel passato; ma dov'eravamo veramente al momento della gara, nel passato, nel futuro o nel presente, l'unico spazio tempo in cui possiamo davvero fare qualcosa per noi e per il nostro risultato?
Ed è questo, infatti, il punto: non possiamo controllare il futuro, né modificare il passato, che sia di un anno o di un secondo: prima riusciamo a rendercene conto, prima potremo avere il controllo del presente, il tempo che determina realmente la nostra vita e la nostra performance sportiva ed il tempo e lo spazio diventano un tutt'uno nella mente, che è insieme spazio metafisico e tempo, al tempo stesso.
di Alberto Bernacchi