Rimini dalla parte dei genitori – da arabella il 20/05/2008 : 12:00

|

image_pdfSalva in PDFimage_printStampa

Siamo appena tornati da questa “esperienza” e ci è nato il desiderio di condividere con altri quello che è stato per noi genitori alle prime armi!Certo, una gara di scherma ha il suo fascino, essere poi così in tanti, in un luogo così “solenne” fa sentire tutti più carichi .
Ma devo dire che “è stata dura”…forse più per noi che per i ragazzi (noi non eravamo minimamente allenati), tutto quello che pensiamo sulla partecipazione agli eventi sportivi di nostro figlio è stato messo a dura prova. Sulla strada del ritorno, mentre l’atleta dormiva, ci siamo domandati se non fosse il caso di “allenarci” anche noi a partecipare alle sue gare.Ci siamo accorti, dai rimproveri più o meno velati di nostro figlio, che forse la nostra presenza, il nostro tentativo di sminuire le sconfitte,di dare un senso razionale a quello che accadeva, sono state più di ostacolo che di supporto. finale.jpg Forse quello che ci viene difficile è accettare che lui possa soffrire, commettere errori che lo faranno sentire inadeguato…., mettersi alla prova da solo. Forse la strada migliore è proprio quella che ci suggeriva il maestro: non fare commenti, lasciare che sia l’atleta a mettersi in gioco, a capire che serve fatica e umiltà, ad accettare di avere dei limiti, di avere ancora strada davanti,ma che il serio lavoro futuro verrà premiato. Forse dirglielo non serve, è meglio che ne faccia esperienza…LASCIARE che ne faccia l’esperienza, ache se ci può dispiacere vederlo arrabbiato, demoralizzato, deluso, vedere che piange di rabbia. Chissà, forse anche noi saremo più adeguati e pronti la prossima volta. Per ora siamo sempre convinti però che “se mi impegnerò in pedana mi impegnerò anche nella vita”, e per noi questo è il vero obiettivo che auguriamo a Giacomo e ad ogni giovane atleta di raggiungere!